Il Soffitto: Stefano Maria Legnani ed i fratelli Grandi
Le figure della grande volta a padiglione sono state dipinte da Stefano Maria Legnani con l'aiuto del fratello, mentre gli illusionistici sfondi architettonici sono opera dei fratelli Grandi, tutti artisti lombardi fatti venire appositamente a Torino, dove in quegli anni convergevano pittori di varie provenienze, mancando in Piemonte nomi di rilievo.
Nella Cappella dei Mercanti, per inquadrare l'affresco della volta essi creano un grande cornicione giallo mistilineo, sorretto da una complessa struttura barocca con imponenti
colonne lisce dipinte a finto marmo, archi e s massicce mensole,
colonne lisce dipinte a finto marmo, volute e grossi dentelli. Agli angoli inseriscono medaglioni monocromi incorniciati da fogliame dorato e retti da figure imitanti altorilievi in stucco. L'unica nota di colore é quella delle variopinte cascate di fiori che ornano il sommo degli ovali.
Nel soffitto dei Mercanti, il Legnanino conclude l'impegno iconografico dell'“historia salutis” con una luminosa e serena visione del Paradiso. A1 centro dell'affollato cielo, Dio Padre sollevato dagli angeli su di un trono di nubi, presenta il Figlio ai personaggi dell'Antico e del Nuovo Testamento. estatici, con le braccia e le teste levate; i Progenitori, I Patriarchi, gli Apostoli ed il sommo sacerdote Aronne, che ha legato sul petto il «razionale» paramento con le dodici gemme su cui erano incisi i nomi delle tribú d'Israele. Il tripudio dei putti festosi e degli angeli volteggianti tra dense nubi intorno a Gesù Salvatore risorto, esprime la gioia per l'avverarsi della speranza e dell'attesa di tutti gli uomini, alimentate dalle profezie ed enunciate nelle scritte dei cartigli «Veni Domine, noli tardare».
Dal Cristo in gloria - a cui un angelo allevia la fatica di sorreggere la Croce,secondo un modello mutuato da una tradizione medievale - emana una luce che accende riflessi sulle vesti delle dinamiche figure angeliche di ascendenza correggesca, librate nello spazio in moto circolare.
«Una maniera impetuosa, pur nelle sue cadenze aggraziate» (Bossaglia) contraddistingue il nostro pittore insieme alla particolare sensibilitá - giá rilevata dagli storiografi antichi (Orlandi, Nepote, Lanzi) - per i colori chiari e cangianti, rosa, gialli e quell'intenso azzurro che dal suo nome é stato definito «azzurro Legnanino».
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