31 luglio 2011
ALTARE IN MARMI POLICROMI
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Altare in Marmi policromi opera di Emanuele Buscaglia su
disegno del Juvara - 1797
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La Cappella
Alla costituzione della Congregazione nel 1663, i Padri Gesuiti concessero in uso ai quindici mercanti fondatori un locale di limitate dimensioni per riunirsi e celebrarvi le funzioni religiose, Con gli anni il numero dei congregati crebbe rapidamente ed intorno al 1690 si impose la necessità di realizzare una nuova cappella, l’attuale, capace di contenere tutti gli associati, Questa misura venti metri di lunghezza, dieci di larghezza ed altrettanti in altezza. Progettista dell’impresa fu l’architetto Padre Agostino Provana che la portò a termine in meno di venti anni, seguendo una linea unitaria: tutti i quadri, dipinti da grandi artisti contemporanei, dovevano avere le stesse prescritte dimensioni dalle tele ai personaggi ivi raffigurati, nonché il mantenimento di un unico tema : la Natività di Gesù vissuta dai Re Magi.
E così le sei statue lignee poste nei vani delle finestre riproducevano, a grandezza maggiore del naturale, i Padri della chiesa del V e VI secolo
CORTILE DEGLI ANTICHI CHIOSTRI



Chi ricerca la Pia Congregazione in modo canonico si ritrova in un atrio ricco di raffinate arcate ritmate con eleganza dal Vittone, da cui si stacca un androne scandito da modanature leggere da sempre denominato
“Cortile degli antichi chiostri”. Un ingresso non logico, non pratico, ma suggestivo. Varcando la soglia intagliata secondo i dettami barocchi, ci si sorprende in un clima raccolto e solenne che fa gustare un isolamento quasi assoluto. La religiosità che scaturisce viene suggerita e potenziata dai motivi architettonici e decorativi: le grandi tele inserite nelle ricche cornici, le imponenti e severe statue lignee , gli affreschi della volta, l’organo e la cantoria. La Pia Congregazione dei Banchieri, Negozianti e Mercanti, inizialmente detta Confraternita, è stata costituita nel 1663 da un gruppo di Mercanti e Banchieri e successivamente fu riconosciuta Pia Congregazione per gli aiuti e l’assistenza dispensati ai bisognosi. |
GLI ARREDI LIGNEI
Per il Prefetto della Pia Congregazione un seggio al centro
dell' arredo ligneo della Cappella.

Gli arredi lignei
Particolare scolpito dello scanno del Prefetto


Quando, sul finire del Seicento e nel primo Settecento, la Cappella dei Mercanti prende l'attuale assetto, Torino risplendono le arti decorative e del del legno in particolare. Gli allestimenti e gli arredi di Palazzo Reale e delle altre residenze sabaude (dal Valentino alla Venaria, da Palazzo Madama a Palazzo Carignano) hanno raccolto all'opera, da alcuni decenni, schiere di artisti e artigiani, che stanno dando vita ad una vera e propria civiltá dell'arredamento, all'insegna di quel clima espressivo che é stato chiamato “Barocco piemontese”, includendovi per estensione anche il cosiddetto “Barocchetto»” o “Rococó”.
I banchi
Densi del fascino di un barocco modesto ed elegante, tutto torinese, i banchi della Cappella dei Mercanti sono, nel complesso degli arredi lignei, il momento più significativo. Come spesso si riscontra nelle opere dell'arte del legno nate da più mani, due registri diversi vi si incrociano e si contrastano; l'uno piuttosto modesto e ripetitivo, l'altro fantasioso e vibrante. Nel nostro caso, é debole l'architettura e impacciata nella fantasia l'opera del minusiere, mentre l'intervento dell'intagliatore aggiunge guizzi di inventiva aristocratica ed originale. Infatti i pannelli mistilinei dei dossali e quelli del basamento delle balaustrate sono del tutto ordinari, mentre le paraste scanalate a serpentina, di forza guariniana, e i nervosi balaustrini rispecchiano uno spirito ben più vivace e sofisticato.Si evidenzia infine la disposizione, in triplice fila degli scranni così voluti, per consentire la recita ed i Canti degli "Uffizi della Madonna" , che avvenivano a versetti alternati da ognuna delle due parti.Da notare il ricorrente motivo della stella a otto punte, allusiva alla Natività ed al culto della Madonna alla quale é intitolata la Congregazione.Di notevole importanza il bassorilievo raffigurante la disputa di Gesù con i dottori del tempio, situato sullo schienale del seggio del Prefetto.
LE STATUE DI CARLO GIUSEPPE PLURA




LE STATUE DI CARLO GIUSEPPE PLURA
1694 Stefano Maria Legnani dava avvio
alla decorazione della volta e i dipinti da tre passavano a
cinque per salire ulteriormente di numero negli anni seguenti. .Nel 1704 l’esordiente intagliatore Carlo Giuseppe Plura veniva incaricato per eseguire gli arabeschi ed i festoni attorno alla fascia del cornicione dei banchi della giunta
Occorse pochissimo tempo, per dimostrare che l'intervento - anche se limitato - era piaciuto, ed il 28 ottobre 1707 l'inventario della Congregazione menziona “ una grande statua di S. Agostino di legno marmorizato, accompagnata d'un Angelo che porta il motto Adoratur a magis, timetur a malis" collocata sopra una delle finistre grandi della Congregazione. E sono pure elencati, di seguito, cinque piedestalli grandi e dieci piccoli di legno posti sopra cinque di dette finestre con fondo bianco, ed ornamenti dorati.
.Dall’ottobre dell’anno 1708 all’ottobre del 1715 gli inventari riportano l’ambiente dotato delle rimanenti cinque statute scolpite in questo periodo e la loro ubicazione nella Cappella. Premesso che sinistra e destra sono da intendersi dando le spalle all’altare, il criterio distributivo é il seguente:
.Dall’ottobre dell’anno 1708 all’ottobre del 1715 gli inventari riportano l’ambiente dotato delle rimanenti cinque statute scolpite in questo periodo e la loro ubicazione nella Cappella. Premesso che sinistra e destra sono da intendersi dando le spalle all’altare, il criterio distributivo é il seguente:
1) - prima finestra a sinistra : S. Agostino
2) - prima finestra a destra : S. Ambrogio
3) - seconda finestra a sinistra : S. Leone
4) - seconda finestra a destra : S. Gregorio
5) - terza finestra a sinistra: S. Gerolamo
6) - terza finestra a destra : S. Giovanni Crisostomo
2) - prima finestra a destra : S. Ambrogio
3) - seconda finestra a sinistra : S. Leone
4) - seconda finestra a destra : S. Gregorio
5) - terza finestra a sinistra: S. Gerolamo
6) - terza finestra a destra : S. Giovanni Crisostomo
Come in un'azione teatrale a lungo preparata e per la quale s'erano laboriosamente avvicendati architetti, decoratori, scenografi, gli attori venivano a occupare con solennità la ribalta. L'effetto di quelle sei presenze, alte più del naturale, marmorizzate nello spazioso ambiente aveva la funzione di affiancare agli affreschi ed alle tele, la volumetria di forme tridimensionali, alludenti alla perennità ed alla potenza del Divino.
Chi, anni addietro, ha studiato in più riprese la scultura piemontese ed in ed in particolare Luigi Mallé, é stato sviato a lungo da una specie d'inganno ottico. Infatti nella prima delle sue «Arti figurative in Piemonte» (1960) il Mallè nota che le sei statue dei padri della Chiesa, in legno verniciato di bianco, alla Cappella della Congregazione dei mercanti, tarde, prossime al 1737, sono il tentativo piú spinto sul piano del barocco «ufficiale» d'ascendenza romana.
I nostri inventari attestano invece che il Plura ha scolpito le sei statue in un periodo ben precedente.
I nostri inventari attestano invece che il Plura ha scolpito le sei statue in un periodo ben precedente.
IL SOFFITTO DI LEGNANI E GRANDI
Il Soffitto: Stefano Maria Legnani ed i fratelli Grandi
Le figure della grande volta a padiglione sono state dipinte da Stefano Maria Legnani con l'aiuto del fratello, mentre gli illusionistici sfondi architettonici sono opera dei fratelli Grandi, tutti artisti lombardi fatti venire appositamente a Torino, dove in quegli anni convergevano pittori di varie provenienze, mancando in Piemonte nomi di rilievo.
Nella Cappella dei Mercanti, per inquadrare l'affresco della volta essi creano un grande cornicione giallo mistilineo, sorretto da una complessa struttura barocca con imponenti
colonne lisce dipinte a finto marmo, archi e s massicce mensole,
colonne lisce dipinte a finto marmo, volute e grossi dentelli. Agli angoli inseriscono medaglioni monocromi incorniciati da fogliame dorato e retti da figure imitanti altorilievi in stucco. L'unica nota di colore é quella delle variopinte cascate di fiori che ornano il sommo degli ovali.
Nel soffitto dei Mercanti, il Legnanino conclude l'impegno iconografico dell'“historia salutis” con una luminosa e serena visione del Paradiso. A1 centro dell'affollato cielo, Dio Padre sollevato dagli angeli su di un trono di nubi, presenta il Figlio ai personaggi dell'Antico e del Nuovo Testamento. estatici, con le braccia e le teste levate; i Progenitori, I Patriarchi, gli Apostoli ed il sommo sacerdote Aronne, che ha legato sul petto il «razionale» paramento con le dodici gemme su cui erano incisi i nomi delle tribú d'Israele. Il tripudio dei putti festosi e degli angeli volteggianti tra dense nubi intorno a Gesù Salvatore risorto, esprime la gioia per l'avverarsi della speranza e dell'attesa di tutti gli uomini, alimentate dalle profezie ed enunciate nelle scritte dei cartigli «Veni Domine, noli tardare».
Dal Cristo in gloria - a cui un angelo allevia la fatica di sorreggere la Croce,secondo un modello mutuato da una tradizione medievale - emana una luce che accende riflessi sulle vesti delle dinamiche figure angeliche di ascendenza correggesca, librate nello spazio in moto circolare.
«Una maniera impetuosa, pur nelle sue cadenze aggraziate» (Bossaglia) contraddistingue il nostro pittore insieme alla particolare sensibilitá - giá rilevata dagli storiografi antichi (Orlandi, Nepote, Lanzi) - per i colori chiari e cangianti, rosa, gialli e quell'intenso azzurro che dal suo nome é stato definito «azzurro Legnanino».
I RELIQUIARI PER LA DEVOZIONE


Ai lati dell'altare sono collocati due grandi reliquari dorati
divisi in senso verticale in tre scomparti paralleli, più ampio il centrale che presenta una fastosa decorazione, più piccoli i laterali quasi due lesene coperte da una fitta vegetazione di racemi in legno sculturato e dorato. La parte centrale presenta una piccola vetrina rettangolare nella parte inferiore, ornata sui lati lunghi da due angeli uscenti da un doppio racemo dorato, e reggenti un fastoso candeliere vegetale plurimo; l'urna soprastante presenta agli spigoli testine d'angelo uscenti da racemi, sulla parte superiore due angioletti laccati di bianco invitano alla devozione, su loro e su tutto poi si pone una grande fastosa corona reale.
L'elenco delle reliquie contenute nelle urne fu verificato nel 1840 dall'Arcivescovo di Torino Fransoni e nel 1938 dal Cardinal Fossati.
L'elenco delle reliquie contenute nelle urne fu verificato nel 1840 dall'Arcivescovo di Torino Fransoni e nel 1938 dal Cardinal Fossati.
I due reliquari appartenevano ad una nobile famiglia di Genova decaduta ed entrarono nella massa dei beni destinati alla vendita. Un creditore incaricó il Cav. Pietro Gioachino Crodara Visconti, membro della Congregazione, di trovare un acquirente ma per la totale mancanza di essi fu proposto l’acquisto alla Congregazione, la quale riunita la consulta, dopo lunghe discussioni, accetta la proposta, come risulta dal verbale allegato (Libro degli Ordinati pagg. 197-198):
”Acquisto di due Relíquari dal Sig. Crodara Visconti Pietro Gioachino, Cavaliere, con ordinato dei 19 Xbre 1839. é cosa notoria appressoché tutti li membri della Vener.da Congregazione de Negozianti di Torino, come il confratello Pietro Crodara Visconti abbia sino li 7 agosto 1831 depositato nella Sacristía della medesima, con superiore approvazione, due magnifici Reliquari, ricchi di preziose reliquie e di ornati finissimi in scultura et doratura" …
... "fece conoscere all'Ill.mo Cavalier Gonella Prefetto della suddetta Congregazione, che ne avrebbe data la preferenza alla medesima, qualora questa ne avesse voluto farne l'acquisto … ...facendone quindi seguire l'estimo attuale da due periti, cioé dai Sindaci dellí Scultori ed Indoratori. Comunicata quindi tale perizia rilevante a L. 3.165…
....Epperó dopo molte trattative col prefato Confratello Crodara, essendosi questo, dietro l'autorizzazione avutane, deciso di ceder li medesimi al prezzo di L. 1.800…
...Il prelodato Cavalier Gonella, Prefetto della Congregazione, crede doversi accettare la proposizione, avuto riguardo, che con sole L.1.500 di contanti per associazione si puó acquistare un cosí prezioso tesoro al di sotto della metà del suo intrinseco momentaneo valore, epperciò propone a coloro che quali membri della Congregazione vorranno associarsi a questa bell'opera di firmarsi…”(IV Ordinati).
”Acquisto di due Relíquari dal Sig. Crodara Visconti Pietro Gioachino, Cavaliere, con ordinato dei 19 Xbre 1839. é cosa notoria appressoché tutti li membri della Vener.da Congregazione de Negozianti di Torino, come il confratello Pietro Crodara Visconti abbia sino li 7 agosto 1831 depositato nella Sacristía della medesima, con superiore approvazione, due magnifici Reliquari, ricchi di preziose reliquie e di ornati finissimi in scultura et doratura" …
... "fece conoscere all'Ill.mo Cavalier Gonella Prefetto della suddetta Congregazione, che ne avrebbe data la preferenza alla medesima, qualora questa ne avesse voluto farne l'acquisto … ...facendone quindi seguire l'estimo attuale da due periti, cioé dai Sindaci dellí Scultori ed Indoratori. Comunicata quindi tale perizia rilevante a L. 3.165…
....Epperó dopo molte trattative col prefato Confratello Crodara, essendosi questo, dietro l'autorizzazione avutane, deciso di ceder li medesimi al prezzo di L. 1.800…
...Il prelodato Cavalier Gonella, Prefetto della Congregazione, crede doversi accettare la proposizione, avuto riguardo, che con sole L.1.500 di contanti per associazione si puó acquistare un cosí prezioso tesoro al di sotto della metà del suo intrinseco momentaneo valore, epperciò propone a coloro che quali membri della Congregazione vorranno associarsi a questa bell'opera di firmarsi…”(IV Ordinati).
LE STELLE DELLA CAPPELLA DEI MERCANTI


Che la stella (cometa) fosse l’elemento simbolico più ricorrente nell’iconografia della cappella è un fatto noto a tutti, ma non tutti sanno che essa vi compare in totale 154 volte e che il ben 40 casi viene riproposta sotto forme assai differenti tra loro in fatto di dimensioni e caratteristiche.
Sono dipinte, scolpite, intagliate, sbalzate, incise, traforate, applicate, ricamate, stampate e realizzate su e con legno, oro, argento, rame, ottone, ferro, seta, velluto, tela e tappeti.
Su cartaceo se ne individuano sette: da chiose di vecchi documenti e da fregi ornamentali di progetti mai realizzati. Altre trenta, su pergamena costituiscono una rara e straordinaria collezione di miniature finemente dipinte a mano, a decorazione di un prezioso volume del XVII secolo.
Con questo pregevole servizio fotografico, opera del nostro Confratello Piero Nasello ben coadiuvato dal Signor Augusto Chiantaretto, abbiamo voluto raccogliere in sequenza le immagini del variegato campionario nell’intento di offrire ai cultori d’arte ed ai cacciatori di curiosità un’occasione in più da non perdere, ma più ancora, sperando che l’idea sia di gradimento e concorra a valorizzare e divulgare ulteriormente l’immagine della Cappella.
L' ALTARE E I SUOI MARMI

Il progetto juvarriano, fu presentato al Consiglio che l'approvò con il fermo proposito di procedere alla sua esecuzione nel più breve tempo possibile. Ma purtroppo esso non fu mai realizzato.
Regnando Carlo Emanuele IV, con convenzione 21 maggio 1797, fu ripreso il progetto di sostituzione del vecchio altare e nella riunione consiliare stimandosi che appositamente indetta si decise di affidare la realizzazione della nuova mensa all'arch. Michele Emanuele Buscalione e nel contempo di sostituire l'antico pavimento del presbiterio
alizzazione di una nuova mensa.
L’altare, ornato da una rícchissima decorazione di
candelieri plurimi con cartaglorie incorporate, da putti reggi candele, da vasi, si trova nella zona presbiteriale, rialzata a livello di un solo scalino rispetto al pavimento: la grande icona dell'Epifania sormontata da putti e angeli sostenenti una corona reale, prolunga idealmente verso la volta affrescata la mensa sacrificale che é costituíta da una base di raffinato gusto neoclassico sorretta, nella parte inferiore, da “sei colonnette di figura conico tronco”.
Di particolare interesse la porticina del tabernacolo in rame cesellato e dorato , databile al 1694, usata in occasione di solennitá, che si appone ad un usciuolo di legno dorato con serratura a chiave d'argento... "lastra di rame con ornamenti a basso rilievo, tutto dorato ... in mezzo al quale vi é un crocifisso d'argento e all'intorno diverse immagini coperte di cristallo",
Nei colori c'é una prevalenza del bleu e ricche lumeggiature in oro nei panneggi e nel paesaggio, con un gusto narrativo ancora rinascimentale, Le «miniature»: l'adorazione degli angeli e dei pastori, la salita al Calvario con il Cireneo, S. Pietro, S. Paolo, S. Caterina e S, Bernardino sono di qualitá superiore e sembrano della stessa mano. Di altra mano, piú modesta, l'Uscita da Gerusalemme per l'andata al Calvario e l’Agonia nell’orto del Getsemani, con personaggi più grandi e con minore eleganza nella resa del paesaggio e delle figure.
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